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Con velocità differenti nelle varie aree geografiche, si naviga sempre più da dispositivo mobile, dove le aspettative degli utenti sono particolarmente elevate. Velocità di caricamento e interazione, leggibilità e gradevolezza delle grafiche e dei contenuti sono le condizioni per non perdere una quota importante del traffico online. Ti aiutiamo a comprendere questa tendenza e a decidere cosa fare per il tuo sito non ottimizzato e per i nuovi progetti web. 

 

Il web è sempre più mobile

Gli annali ricorderanno il mese di ottobre 2016 perché, per la prima volta, si è registrato a livello mondiale il sorpasso del traffico da dispositivi mobili rispetto al desktop, confermando ufficialmente una tendenza già anticipata dai volumi di vendita di tablet e smartphone. Grazie ad un tool di analisi del traffico, l’azienda irlandese StatCounter passa in rassegna su base continuativa più di 15 miliardi di visite/mese a circa 2,5 milioni di siti web, divulgando statistiche di varia utilità e tracciando le tendenze più significative. E una di queste è chiara:  l’ago del cruscotto si è spostato segnando 51,3% a favore dei dispositivi mobili con una prevalenza dello smartphone rispetto al tablet.

 

Ottobre 2016 segna il sorpasso degli accessi al web tramite device mobile
Il decollo della tecnologia mobile nelle preferenze degli internauti, fonte StatCount

A questa rilevazione si aggiunge un importante moltiplicatore: per assecondare gli internauti in mobilità, Google favorisce nel ranking i siti responsive e ha sviluppato un apposito test di ottimizzazione che in pochi secondi restituisce il verdetto.

Anche le ricerche sugli utenti non lasciano dubbi, mentre l’aspetto più interessante riguarda il luogo in cui vengono eseguite le ricerche: nel 77% dei casi, a casa o dal lavoro, luoghi in cui è probabile che ci siano anche PC.

Occhio alla geografia responsive

Se nei mercati maturi, come USA e UK , il desktop rimane ancora la prima modalità di utilizzo, quando si tratta di incrementare la visibilità offshore, oltre che online, devi tenere in considerazione usi e costumi locali. In India, ad esempio, potresti perdere fino al 75% delle visite se non disponi di una tecnologia mobile. Meglio saperlo prima, no?
Se ti interessano altre aree geografiche, puoi impostare da qui il Paese e il periodo di interesse.

E in Italia?
Prevalgono ancora gli accessi da PC ma la tendenza si sta rapidamente invertendo, visto che negli ultimi due anni si è registrato un incremento percentuale di 7 punti a favore dello smartphone, ma non del tablet, che sembra in lento declino praticamente ovunque.

 

Accessi da tecnologia mobile e desktop in Italia, due anni a confronto
Anche l’Italia sta seguendo il trend globale, ma gli accessi da desktop prevalgono ancora, fonte: StatCount

 

Se progetti un nuovo sito

Alla luce di questi dati, l’approccio responsive, cioè ottimizzato per il mobile, è un must per un portale nuovo di zecca. Questi siti sono in grado di rilevare la risoluzione dello schermo del device e di adattarsi, ridimensionandosi oppure riorganizzando la sequenza dei contenuti, ad esempio in verticale. Compreso questo, devi “solo” capire come andare avanti.

Il bivio

Realizzare un nuovo sito ti pone sempre davanti a due opzioni:

Chrome, Safari, Firefox sono i bowser più utilizzati in Italia
Ottimizza il tuo sito per i bowser più utilizzati in Italia: Chrome, Safari, Firefox. Fonte: StatCounter
  • scrivere nei linguaggi di programmazione del web (come HTML, CSS e JavaScript). L’agenzia in questo caso pianificherà il processo responsive sin dall’inizio e, secondo il concetto di Mobile first, lavorerà prima sulle risoluzioni piccole, come lo smartphone. Più in generale, curerà la compatibilità del sito, che definisce la sua capacità di essere visualizzato non solo da tutti i device, ma anche dai principali browser: aspetto non secondario, visto che in Italia i primi 3 hanno al loro attivo oltre l’80% delle ricerche;
  • utilizzare piattaforme di gestione dei contenuti preimpostate e nativamente responsive e compatibili, come Joomla!, Drupal e  il leader di mercato Wordpress, che non per niente ospita il 28% di tutti i siti web.  Inclusi quelli dei primi 10 top brand globali, come Facebook Newsroom o BBC America. 

Se nel primo caso non puoi prescindere da competenze tecnicamente specializzate nel responsive design, nel secondo hai il vantaggio di non doverti preoccupare di questo aspetto né di alcuni altri. Ad esempio, in WP puoi inserire tu stesso metatag e keyword nel backend di ciascuna pagina, immagine o post, agevolando (ma non determinando) il posizionamento del sito,  già favorito a monte dal codice di programmazione:  semplice e pulito, è molto apprezzato dai motori di ricerca.

E soprattutto non vedrai mai neanche l’ombra di una riga di codice, grazie ad un editor di contenuti user-friendly, simile alla suite Microsoft. Altri gadget comprendono uno score cromatico di leggibilità e un report di ottimizzazione SEO dei contenuti. Questa ed altre caratteristiche rendono WP davvero empowering per chi non mastica i linguaggi di programmazione, con un’avvertenza: il software non è facile da utilizzare in assoluto, come spesso si fa passare, perché configurarlo richiede comunque competenze abbastanza avanzate.

 

La consapevolezza è tutto

Anche grazie alla riconoscibilità globale dei vari brand, le applicazioni per creare siti web suonano come la soluzione ideale. E spesso lo sono, purché tu sia consapevole delle ripercussioni a medio e lungo termine della scelta: un sito professionale, oggi, è molto di più di contenuti da pubblicare, così come l’ottimizzazione cross browser e cross device, pur cruciale, deve essere messa in relazione ad altri requisiti essenziali di un sito web.

E allora vediamo quelli che WP & Co non rispettano pienamente e in quali casi la prima opzione, un sito responsive completamente personalizzato, è raccomandabile:

  • Sicurezza

Strage di siti WordPress, oltre 100.000 siti bucati.  SecurityInfo, Feb 2017

Il motivo è semplice: WordPress è un software open-source e quindi liberamente accessibile.  Anche la statistica non aiuta, dato che qualcosa come 19 milioni di siti si appoggiano a questa piattaforma (gli hacker non ne fanno una questione personale).

E nemmeno si può dire che il problema venga ignorato: WP rilascia continui aggiornamenti, probabilmente troppi, dato che per sua stessa ammissione l’80% dei siti attualmente online gira con una versione obsoletaLa pillola di consapevolezza è: dovrai passarci del tempo per mantenerlo protetto e aggiornato, o pagare un’agenzia per farlo.

Aggiungiamo che Wp non supporta a tempo indeterminato tutti i “temi”, cioè i vari layout grafici: quelli più datati vengono abbandonati al loro destino. In questi casi, per il tuo sito può davvero essere solo una questione di tempo.

Considera il fattore sicurezza anche in funzione di quanto hai investito sul sito (e-commerce, campagne di marketing, emanazioni sui social) e valuta il tuo personale rischio. Pur non essendo impenetrabile al 100%, una soluzione “custom made” dà più garanzie di sicurezza perché è scritta direttamente nei linguaggi di programmazione del web senza un software di mediazione.   

  • Prestazioni

Un sito ad hoc lo è anche dal punto di vista delle prestazioni. Se progetti un sito vetrina con poche pagine e ancora meno funzionalità, è probabile che non ti servano enormi risorse infrastrutturali per mantenerlo. In questi casi la scelta di Wp o simili può essere ridondante e influire sulla velocità di caricamento, perché il tuo sito si trascinerà il peso di applicazioni insite nel tema anche se non le usi.

  • Creatività

Per poter essere (entro certi limiti) user-friendly, WordPress è, necessariamente, una piattaforma preimpostata, il che può limitare qualche funzionalità,  o tarpare le ali alla creatività del disegno. In sostanza, sei tu a doverti piegare alle impostazioni del tema che hai scelto, senza nessun tipo di flessibilità quando una funzionalità per te essenziale non rientra tra i plug in disponibili. Aspetti apparentemente banali possono riservare sorprese: ad esempio alcuni temi prevedono un solo livello gerarchico nell’organizzazione delle pagine. 

Se sei molto esigente, meglio optare per un sito completamente personalizzato,  del quale si possa avere il pieno controllo grafico e funzionale.

 

Se il tuo sito non è ottimizzato per il mobile

Questo è il momento giusto per agire, perché puoi sfruttare il vantaggio competitivo verso chi ci sta ancora pensando. 

I numeri ci dicono che sono ancora parecchi, ma anche che non lo saranno ancora per molto.

Il bivio, questa volta, ti porterà a convertire quanto è già online oppure a creare un nuovo sito.  Posto che non esiste una soluzione universalmente valida, perché ogni caso va analizzato singolarmente e a livello professionale, ti invitiamo a due riflessioni:

  • Non sottovalutare l’opportunità che si nasconde dietro il destino apparentemente avverso di dover rifare tutto. Spesso è la leva determinante per ripensare i siti obsoleti in chiave più attuale, dal punto di vista tecnico, grafico e comunicativo. Confronta il tuo portale con il resto del web e con i tuoi concorrenti: se sei rimasto troppo indietro, l’ottimizzazione è solo l’ultimo dei tuoi problemi;
  • Valutare l’opportunità di una conversione significa fare un bilancio accurato tra oneri, benefici e soprattutto qualità del risultato atteso, ed è un lavoro per esperti del web.  In rete troverai tool a pagamento per la conversione, ad esempio  MobisiteGalore, che offrono risultati variabili in relazione alla complessità del progetto, ma non garanzie a priori. Il compito dell’agenzia è invece metterti nelle condizioni di prevedere, nei limiti del possibile, il risultato di una trasformazione e a fronte di quale impegno economico: qualsiasi decisione tu prenda, sarà consapevole.

Sappi infine che:

Il 95% delle valutazioni richieste dai nostri clienti portano alla nascita di una nuova creatura, più moderna ed evoluta del cadavere tecnologico che si è lasciata alle spalle.

 

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