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Watson for Oncology è il sistema di Intelligenza Artificiale sviluppato da IBM per supportare le decisioni terapeutiche in oncologia, cioè i migliori trattamenti individuali ed evidence-based. Adottato in più di 50 ospedali nel mondo nei cinque continenti, è anche un prodotto commerciale dell’ordine di decine di milioni di dollari. Ma non tutte le aspettative sono state soddisfatte. Ci chiediamo se il problema sia negli algoritmi o nel rapporto di collaborazione tra uomo e macchina, ancora immaturo.
Come funziona
Watson è stato istruito da un team di oncologi del New York’s Memorial Sloan Kettering Cancer Center, istituzione di rilevanza mondiale, capitalizzandone l’esperienza decennale. E’ in grado di:
- rilevare centinaia di attributi dalla cartella clinica di un paziente, come anamnesi familiare, test di laboratorio, visite pregresse e persino note testuali destrutturate, essendo in grado di comprendere e contestualizzare il linguaggio naturale. Una volta selezionato il paziente, il medico può risalire in ogni momento alla fonte dell’informazione visualizzata;
- presentare all’oncologo un ranking di opzioni terapeutiche in ordine di appropriatezza per le condizioni specifiche di quel paziente, mostrandone il razionale macinato da un’impressionante mole di letteratura costantemente aggiornata: 300 pubblicazioni scientifiche, 200 tra libri e manuali, per un totale di oltre 15 milioni di pagine.
- ogni proposta è corredata da indicazioni statistiche circa il successo terapeutico, gli eventi avversi, la tossicità e le interazioni con altri farmaci, con accesso diretto alla fonte.

Selezionare un software CRM è sempre una faccenda complicata, ma venderlo alla Field Force può diventare una trattativa anche più dura.
Strumento di motivazione o fonte di ansia e conflittualità, l’esito di un progetto CRM dipende da molte variabili, tutte nel pieno controllo del management che guida il team. Di seguito qualche lezione che abbiamo appreso al fianco dei nostri clienti, per affrontare al meglio una svolta epocale nella vita di un’azienda.

Al termine di ogni progetto, chiediamo ai clienti EasySense del settore farmaceutico un feedback, non solo per migliorare i nostri servizi, ma anche per comprendere a fondo l’impatto aziendale dell’implementazione di un sistema di Business Intelligence.
Superata l’inquietudine psicologica che ogni novità porta ai nostri schemi mentali e alle abitudini consolidate in anni di “abbiamo sempre fatto così”, i nostri clienti riconoscono sempre nel cambiamento un progresso di portata rivoluzionaria. Lavorare sul dato isolato, disorganizzato, spesso ridondante, perché presente contemporaneamente su più fogli di calcolo, significa nella migliore delle ipotesi impiegare il doppio del tempo e della fatica, nella peggiore fondare le proprie decisioni strategiche su basi inaffidabili. Quasi come giocare ai dadi.